mercoledì 23 giugno 2010
A volte è solo questione di fortuna...
Dopo quanto succesomi al Rally del Salento mi sono posto una riflessione, a Zandvoort nel 1973 Williamson esce di pista a causa dello scoppio di un pneumatico posteriore,la sua March urta un terrapieno, si ribalta e prende fuoco, incastrando al suo interno Williamson. I commissari di percorso scaricano un piccolo estintore, che nulla può contro la quantità di benzina scaricata dal serbatoio quasi pieno della march, e non provano ad avvicinarsi alla vettura, terrorizati dalle fiamme. Della drammatica situazione si accorge David Purley, che arresta la sua vettura per soccorrere lo sfortunato collega. Purley, arrabbiato per la totale mancanza dei servizi di sicurezza, cerca prima di coinvolgere i commissari renitenti al loro dovere, poi tenta con la forza della disperazione di ribaltare da solo la vettura, incurante del fuoco alimentato dal passaggio delle vetture a ogni giro, e degli strattoni dei commissari di percorso, che vorrebbero allontanarlo dalla vettura in fiamme, tutto questo mentre i suoi colleghi continuano nel gran premio, incuranti di ciò che sta succedendo. Quel giorno, oltre alla morte di Williamson, si registro anche la più grossa manifestazione di crudeltà della Formula 1. Purley, in contrasto con la sua anima da duro e puro, lui che era stato in Vietnam per la guerra e la morte l'aveva vista in faccia per davvero, quel giorno pianse, e quando gli fù chiesto il motivo di tutto ciò rispose che "ok, motorsport is dangerous, ma quando un pilota ha bisogno ci si aspetta che si faccia tutto il possibile per salvarlo". Ecco, ci si aspetta che venga fatto tutto il possibile, ci si aspetta che nel momento del bisogno una mano amica ti aiuti a risolvere una situazione in cui ti trovi impotente. Situazione in cui mi son trovato, in compagnia del mio navigatore, al Rally del Salento, un banale testacoda, la macchina senza un graffio, ma con le ruote antoriori che non fanno presa e il catalizzatore che appoggia sull'erba secca. Fuoco, che riusciamo a spegnere con il nostro estintore di bordo, non riuscendo a spegnere solo qualche fiammella rimasta nel campo lontano dalla macchina, che tentiamo di spegnere con i piedi, fin quando una folata di vento riaccende tutto, e il fuoco si riavvicina alla vettura. Tentiamo allora di fermare i concorrenti successivi, facendo segnalazione e contando sul fatto che la macchina è per più di metà sulla careggiata, ma niente, i primi tre fan finta di niente, il quarto addiritura si ferma, guarda e riparte, per fortuna che non ce ne sia stato un quinto, perchè l'escalation poteva essere che mi guardasse, mi incasse con il dito indice ed esplodesse una sonora risata. Quindi ce ne rimaniamo li, impotenti, con la macchina che brucia e senza un estintore, a ripensare alle volte in cui senza esitare abbiam dato noi una mano agli altri, come al Mille Miglia del 2007, quando a Veronesi si bloccò la pistola per le gomme e gli prestammo la nostra, o sempre al Mille Miglia nel 2009, quando ad Asnaghi si ruppe il cric, io e Michele ci siam fermati e gli abbiam dato una mano ad alzare la vettura da terra, in quel momento eran più o meno 5 o 6 gli equipaggi che stavano girando le gomme prima della prova successiva, solo vedendo il nostro aiuto si avvicinarono anche gli altri. Quindi è ormamai prassi normale il menefreghismo? E a cosa è dovuto? Forse al fatto che non c'è più un punto di arrivo nel motorsport, dato che in Italia sono ormai in due a fare il pilota per una casa e nel mondiale anche, quindi sono tutti più arrabbiati ? O al paraculismo dilagante, per il quale ci si tiene tutti buoni sperando che non succeda mai niente per non dover mostrare la propria faccia? O sono cambiati i tempi, per cui non si è più piloti gentleman, pronti a dare tutto per aiutare il prossimo? L'ultima la escluderei subito, in quanto sabato non si è fermato nessuno, ma in compenso sono arrivati (a piedi!!!!) Campana, Laganà e Passeri, il navigatore di Ghegin, a portarci i loro estintori, facendosi quasi un km di corsa sotto un sole cocente per cercare di aiutarci a salvare la macchina, la esculderei perchè mi viene in mente il Rally della Lanterna del 2007, dove Felice Re usci e la sua Skoda Fabia rischiò di prendere fuoco, dopo un minuto arrivarono Roberto Vescovi e Giancarla Guzzi che partivano dietro di lui, si fermarono, passarono il loro estintore e aiutarono a spegnere la Fabia. Solo dopo fecero sospendere la prova. I tempi non sono cambiati, esistono ancora le persone sportive e che darebbero tutto per un'altro in un momento di bisogno, e serve anche un po di fortuna, se Williamson trovava tre o quattro David Purley probabilmente sarebbe ancora vivo, se Lauda non trovava Merzario probabilmente non sarebbe vivo, se Bartocci a Brno un mese fa non trovava Babini e l'organizzatore del Trofeo Lamborghini che lo tiravano letteralmente fuori dalla sua Gallardo in fiamme pure, e se noi partivamo in mezzo a persone "giuste" probailmente avevamo la macchina salva. Ok, il paragone è troppo grande, parliamo di vita contro metallo, però buttar via una macchina senza un graffio per un errore fa male, ma se all'errore ci sommi il totale menefreghismo lo fa ancora di più...
mercoledì 9 giugno 2010
Rally Coppa d'Oro
ANDREA TORLASCO - RALLY COPPA D’ORO
Ottimo risultato per Andrea Torlasco al Rally Coppa d’Oro. Il pilota Alessandrino, coadiuvato in questa gara da Roberto Aresca, ha ottenuto il terzo posto assoluto e il primo di classe R3C, a bordo di una Renault Clio preparata da Balbosca. Il duo, dopo un ottimo terzo tempo assoluto sulla prima prova speciale del rally, sono stati poi rallentati nel secondo giorno prima dallo stesso problema ai freni che li aveva afflitti al Rally 1000 Miglia, e dopo dalla rottura del catalizzatore, che provocava un’importante perdita di potenza del motore. Nonostante tutto riuscivano a rimanere in lotta per il successo di categoria, presentandosi all’ultimo parco assistenza distanziati di soli due secondi dai leader Mezzogori – Baldini. Risolti entrambi i problemi il duo decideva di attaccare forte sulle ultime due prove, e dopo una toccata sulla penultima che gli costava alcuni secondi si scatenava sull’ultima prova, dove realizzando il secondo tempo assoluto a soli quattro decimi di secondo dal vincitore Zivian, distaccavano Mezzogori – Baldini di oltre undici secondi, riprendendosi la prima posizione di classe e la terza assoluta, alle spalle di Zivian – Ceschino e dei compagni di scuderia Brega – Perduca, entrambi al volante di vetture S2000.
“Questo Coppa d’Oro lo posso considerare come un Rally a due facce – è il commento dell’alessandrino – siamo andati molto forte nella prima e nelle ultime due prove speciali, mentre abbiamo sofferto molto a causa prima dei freni e poi della perdita di potenza dovuta alla rottura del catalizzatore nelle restanti cinque prove. Senza questi problemi penso che avremmo potuto insidiare da vicino i primi due, del resto il tempo sull’ultima è li a dimostrarlo. Sono comunque contento perché grazie a un grandissimo lavoro di tutta la Balbosca siamo riusciti a risolvere entrambi i problemi che si sono presentati. Ci tenevo a fare bene nella gara che parte nella mia città e quindi il risultato è anche merito loro che hanno lavorato duramente”
Il prossimo appuntamento per Andrea Torlasco sarà ora il Rally del Salento, valido come seconda prova del Trofeo Renault Top e come terza del campionato Italiano Junior, che si disputerà a Lecce il 18/19 Giugno.
Ufficio stampa Andrea Torlasco
Per maggiori info:
• www.andreatorlasco.blogspot.com
• torlasco.andrea@hotmail.it
• www.youtube.com/user/iltigre83
Ottimo risultato per Andrea Torlasco al Rally Coppa d’Oro. Il pilota Alessandrino, coadiuvato in questa gara da Roberto Aresca, ha ottenuto il terzo posto assoluto e il primo di classe R3C, a bordo di una Renault Clio preparata da Balbosca. Il duo, dopo un ottimo terzo tempo assoluto sulla prima prova speciale del rally, sono stati poi rallentati nel secondo giorno prima dallo stesso problema ai freni che li aveva afflitti al Rally 1000 Miglia, e dopo dalla rottura del catalizzatore, che provocava un’importante perdita di potenza del motore. Nonostante tutto riuscivano a rimanere in lotta per il successo di categoria, presentandosi all’ultimo parco assistenza distanziati di soli due secondi dai leader Mezzogori – Baldini. Risolti entrambi i problemi il duo decideva di attaccare forte sulle ultime due prove, e dopo una toccata sulla penultima che gli costava alcuni secondi si scatenava sull’ultima prova, dove realizzando il secondo tempo assoluto a soli quattro decimi di secondo dal vincitore Zivian, distaccavano Mezzogori – Baldini di oltre undici secondi, riprendendosi la prima posizione di classe e la terza assoluta, alle spalle di Zivian – Ceschino e dei compagni di scuderia Brega – Perduca, entrambi al volante di vetture S2000.
“Questo Coppa d’Oro lo posso considerare come un Rally a due facce – è il commento dell’alessandrino – siamo andati molto forte nella prima e nelle ultime due prove speciali, mentre abbiamo sofferto molto a causa prima dei freni e poi della perdita di potenza dovuta alla rottura del catalizzatore nelle restanti cinque prove. Senza questi problemi penso che avremmo potuto insidiare da vicino i primi due, del resto il tempo sull’ultima è li a dimostrarlo. Sono comunque contento perché grazie a un grandissimo lavoro di tutta la Balbosca siamo riusciti a risolvere entrambi i problemi che si sono presentati. Ci tenevo a fare bene nella gara che parte nella mia città e quindi il risultato è anche merito loro che hanno lavorato duramente”
Il prossimo appuntamento per Andrea Torlasco sarà ora il Rally del Salento, valido come seconda prova del Trofeo Renault Top e come terza del campionato Italiano Junior, che si disputerà a Lecce il 18/19 Giugno.
Ufficio stampa Andrea Torlasco
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